Orrore nello Yemen

È solo una storia, il suo è solo un nome che si fa spazio fra notizie piovute da tutto il mondo.


Oggi vi parlo di Rawan, bambina di 8 anni che viveva ad Al Hardh, regione dello Yemen.

Le sono state tolte cose importanti come l’infanzia, la giovinezza e la spensieratezza di una bambina, le è stato tolto un futuro, le è stata tolta la vita. È stata data in sposa, anzi venduta, per 100 mila rial, poco più di 2000 euro ad un uomo di 40 anni ed è morta per emorragia interna dopo la prima notte di nozze in una stanza d’albergo.

La notizia, senza aggettivi, basta a raccontare l’orrore di una violenza che si fa fatica anche a immaginare. Gli attivisti hanno chiesto che lo sposo e la famiglia della bambina vengano arrestati e portati a giudizio. Purtroppo non è il primo caso né l’ultimo e questo orrore continua da anni.

Secondo Human Rights il 14% delle donne Yemenite viene dato in sposa prima dei 15 anni e se si pone il limite a 18 anni la percentuale sale al 52% ma alcune, come Rawan, vengono scelte per il matrimonio all’età di 8 anni. Questo orrendo fenomeno è spesso facilitato dalla povertà delle famiglie, che ricevono in cambio del consenso al matrimonio centinaia di dollari.

Le conseguenze dei matrimoni infantili sono devastanti molte soffrono di problemi di salute cronica perché hanno troppi figli e troppo presto. L’unica possibilità, per le poche che hanno la forza di farlo, è scappare.

Al momento, in Yemen, non esiste un età minima per il matrimonio. Nel 1999, infatti, il limite dei 15 anni fu abolito dal parlamento. Nel 2009 ci fu un tentativo per porre l’età minima da matrimonio a 17 anni. Tentativo che fu bloccato da un gruppo di giuristi che sostenevano fosse in contravvenzione alla Sharia.

Sveva Lo Re IV D