“Non un addio ma un arrivederci” l’UK abbandona definitivamente l’Unione

Brexit is done: i nostri amici britannici hanno lasciato definitivamente l’Unione Europea.

Nel fatidico giorno che segna la “BrExit”, l’uscita del Regno Unito dall’UE, dopo anni di negoziati e numerose e varie peripezie politiche, il Governo di Boris Johnson è riuscito a firmare il divorzio.

Il 29 gennaio il Parlamento Europeo, fra commozione e dispiacere generale ha approvato il deal che regolerà l’uscita del Regno Unito. Il Brexit Party guidato da Nigel Farage festeggia, stappa bottiglie di spumante e sventola le Union Jack in Parlamento proprio quando il capo politico, al culmine di una campagna antieuropeista durata 20 anni, afferma nel suo ultimo intervento “we love Europe, we hate the European Union“.

Non c’è spazio per discorsi di odio – “nessuno dovrebbe odiare” – questo è il richiamo, l’ultimo che riceve dai microfoni centrali.

Mentre il più grande progetto europeo di pace dell’età moderna inizia a sgretolarsi, l’ultimo intervento di uno dei più importanti esponenti politici britannici celebra l’avvenimento con champagne e la parola “odio”, che negli anni gli è stata tanto cara. Che pensare?

Non è il caso di lasciar perdere. Le parole di Farage hanno un peso e un suono molto grave, ciò che trasmettono potrebbe far paura, è una minaccia al buon senso, quel buon senso che ha tenuto, fin’ora, unita l’Europa. Ma va detto: non è certo l’unico che festeggia. Vi sono altri personaggi che aspettano da tempo un cedimento del genere da parte dell’UE, sciacalli che non si augurano altro che un crollo, totale e imminente.

Cosa ci guadagneremmo dal dissolvimento dell’UE?

Nulla. Nulla se non fragilità e una miriade di rischi di cui potremmo tranquillamente fare a meno. Dall’instabilità economica, impossibile da affrontare da soli, ai pericoli legati ai nazionalismi dilaganti che si aggirano per l’Europa. Un’Europa divisa è un’Europa fragile, come quella che ha impiegato la maggior parte del tempo della sua esistenza a giocare a Risiko, quella che ha perso tempo in continue lotte intestine e interne.

Cosa succederà con il Regno Unito?

Non lo sappiamo. Da un lato si sgancerà da una serie di obblighi che prima manteneva nei confronti dell’Unione Europea, dall’altro lato si inaspriranno le spinte indipendentiste in Scozia e Irlanda del Nord. Alyn Smith, ex europarlamentare scozzese del gruppo dei verdi, in un celebre discorso disse:

I am not asking you to solve our domestic discussions. I am asking you to leave a light on so we can find our way home

Alyn Smith
Il discorso di Alyn Smith alla plenaria del 27 Marzo 2019 a Strasburgo

La sintesi: la Scozia, di lasciare l’UE, non ne vuole minimamente sapere e la prima ministra Nicola Sturgeon è stata chiara. “(…) noi scozzesi saremo pure arrabbiati perché ci siamo sempre opposti alla Brexit. Ma rabbia e tristezza devono darci ancora più forza e speranza per conquistare l’indipendenza. E accadrà, vedrete. È solo questione di tempo”.

Parafrasando: la Scozia tornerà in Europa da indipendente, sarà possibile? Forse. Accadrà? Speriamo.

Alessandro Finocchiaro VB