La disumanizzazione ai tempi del Coronavirus – commento sulle contromisure tutte all’italiana

Quello che state per leggere non sarà la “solita paternale di sinistra” tantomeno sarà il solito commento sterile dell’opinionista di turno. Queste sono pure e semplici osservazioni di un cittadino.

Il nostro Paese è in emergenza, è il secondo al mondo per numero di diagnosi di COVID-19 – specifico “diagnosi” e non “casi”, perché nessuno stato, né in Europa né nel mondo, al di fuori della Cina, ha eseguito il nostro stesso numero di tamponi di diagnosi, più di 45mila – ed è stato il primo stato europeo a muoversi nella direzione della prevenzione e del contenimento del contagio, sebbene il paziente zero europeo fosse tedesco. Va ricordato però che dei 9172 casi positivi (09/03/2020 ore 17:00 ultimo aggiornamento) sono in realtà ancora una minoranza i pazienti gravi, in terapia intensiva o comunque ricoverati: la maggior parte delle persone che lo hanno contratto manifestano sintomi lievi o sono del tutto asintomatici. La maggioranza dei deceduti e dei pazienti gravi sono in stato di età molto avanzata.

Significa che questo virus sia da ignorare? Certamente no, più il contagio verrà contenuto, meno saranno i pazienti che necessiteranno un ricovero in ospedale, minore sarà lo sforzo del nostro Sistema Sanitario Nazionale e meglio risolveremo il problema.

Contenere il contagio non deve voler dire però disumanizzarsi, farsi prendere dal panico o rinunciare alla propria vita. Così come non autorizza il governo a imporre divieti e limiti arbitrari che oltre a danneggiare l’economia già in difficoltà per via delle irresponsabili scelte dei governi precedenti (dai quali questo, in fondo, non ha preso parecchie distanze) creano panico, disordine e hanno degli effetti sociali irrimediabilmente deleteri per quel pizzico di umanità che ci rimane.

Il 31 gennaio il governo ha dichiarato l’emergenza nazionale per la durata di sei mesi per potere godere di autorizzazioni speciali che gli permettessero di affrontare il caso COVID-19, da quel giorno sono iniziate le misure di contrasto alla diffusione del virus, dal blocco dei voli provenienti dalla Cina alla delimitazione di alcune zone rosse in Italia, dalla chiusura delle scuole in Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna alla sospensione di tutte le attività didattiche nell’intero territorio italiano: siamo arrivati persino a imporre la quarantena sulla navi delle ONG e invitare i turisti del nord a “starsene a casa loro”.

+++ Proprio ieri il Presidente del Consiglio dei Ministri, Giuseppe Conte, ha annunciato l’allargamento delle misure destinate alle zone rosse a tutto il territorio nazionale +++

Tutte misure interessanti e che, sicuramente, a un primo sguardo possono sembrare utili o persino necessarie, eppure poi ci si rende conto che i fatti, come al solito, smentiscono la nostra profonda, triste italianità. In Italia i contagi non sono arrivati dalla Cina né dalle navi di migranti, i quali sono tutti risultati negativi al tampone (eppure c’è chi ancora abbaia pretendendo la chiusura dei porti) e la chiusura delle scuole e delle università nelle zone rosse avrebbe sicuramente prodotto qualche effetto se contemporaneamente fossero state vietate altre attività, come ad esempio l’esodo dei fuori-sede, che si sono ritrovati senza fare nulla al Nord, verso il Centro e il Sud oppure anche il blocco delle attività commerciali in centri affollati. Riassumendo: quelle prese finora non sono state altro che mezze misure, non inutili ma neanche utilissime, non dannosissime ma dannose per la nostra economia e, più grave, per le reazioni che hanno scatenato nell’italiano e nell’italiana media; non ci resta che sperare che le ultime misure di ieri siano davvero utili e che milioni di lavoratori e lavoratrici non stiano rischiando il posto di lavoro in vanum.

Bene ma non benissimo insomma, collateralmente a una riduzione dei contagi abbiamo ottenuto un certo numero di aggressioni razziste, violente verbalmente e fisicamente, nei confronti di cinesi turisti o italiani, alcuni molto più dei propri aggressori; abbiamo ottenuto un rigurgito neofascista in pieno stile leghista sul “dobbiamo chiudere i porti”, come sempre decontestualizzato, fuori luogo, tipico di un Paese come il nostro, il cui problema principale non è certo il Coronavirus ma l’analfabetismo funzionale.

Questa è la reazione disumana di cui scrivevo prima. Nonostante la paura, il timore che un virus così piccolo possa mettere a rischio la nostra esistenza, che spesse volte sopravvalutiamo, dobbiamo riportare alla nostra mente che cosa significhi restare umani. Cos’è l’uomo se non un animale sociale e logico? Manteniamo la nostra razionalità, che è il nostro unico strumento in grado di poterci salvaguardare da qualsiasi tipo di problema, e manteniamo la nostra socialità, non solo con chi ha il nostro stesso colore della pelle o con chi ha la nostra stessa forma degli occhi: cessiamo di guardare gli accidenti e osserviamo la sostanza, direbbe Aristotele, siamo tutti uomini e donne, anche se diversi. La diversità e la razionalità ci faranno vincere.

Al di là delle ragionevoli critiche che si possono fare a chi è deputato in questo momento di decidere anche per noi, ricordiamo che i problemi non si risolvono col tifo da stadio ma con la collaborazione. Nella speranza che le disperate misure restrittive del Governo possano sortire davvero un effetto, restiamo in casa: leggiamo un buon libro, guardiamo una bella serie TV o un bel film o nutriamoci di piccole curiosità!

+++ Qui trovi tutti i dettagli relativi alle misure prese dal Governo che hanno effetto da OGGI (sito del Governo Italiano) +++

Alessandro Finocchiaro VB