In ricordo delle vittime dell’estrema destra

Inauguriamo la collaborazione con Il Giusto Mezzo, giovani uniti per il futuro con un importante quanto interessante articolo sulla strage di Piazza Fontana a 50 dall’attentato di matrice fascista.

12 dicembre 1969

Ore 16:30: la Banca Nazionale dell’Agricoltura in piazza Fontana, Milano, era ancora piena di molti clienti e gli sportelli della filiale erano ancora aperti, contrariamente ad altre sedi bancarie. Chi si sarebbe aspettato che sette minuti dopo, nel bel mezzo del ricevimento di qualche informazione o di chiusura di una importante pratica, nella sala dal tetto a cupola scoppiasse un ordigno contenente 7 chili di tritolo?Chi si sarebbe aspettato che alle 16:37  un’esplosione togliesse la vita a 17 persone, ne ferisse 88 e iniziasse il periodo più cupo della nostra repubblica?

Nessuno se lo aspettava, nessuno.

Le indagini si aprirono subito, si pensò subito agli estremisti dell’epoca: tra questi, l’anarchico Giuseppe Pinelli, che venne fermato e interrogato per oltre le 48 ore consentite dalla legge; innocente, si tolse la vita il 15 dicembre, precipitando dal quarto piano della questura. Il 16 dicembre venne arrestato Pietro Valpreda, indicato da un tassista come l’uomo che entrò in banca con una grossa valigia: “Mostro” fu il termine per definire l’attentatore nella prima pagina del Corriere della Sera del giorno seguente. Ad oggi si sa che la strage fu orchestrata dai neofascisti di Ordine Nuovo, ma sul piano penale nessuno pagò il conto per i feriti e per i corpi esanimi.

Sono passati 50 anni da quella strage improvvisa, 50 anni da quelle morti, da quei feriti. Una strage che conoscono solo coloro che l’hanno vista in diretta TV o letta sul giornale. Noi ce ne ricordiamo oggi e, magari, ce ne dimenticheremo già domani. Eppure quella strage ci rimanda a qualcosa di presente, a qualcosa di attuale. Strage è una parola usata e riutilizzata nell’Italia degli “Anni di Piombo”, quelli della prima repubblica. Strage di Gioia Tauro (1970), strage di Peteano (1972), strage della questura di Milano (1973), strage della piazza della Loggia a Brescia e dell’Italicus (1974) e strage della stazione di Bologna (1980) solo per citarne alcune. Oggi utilizzeremmo “attentato terroristico” di matrice (ovviamente) islamica. Ma c’è qualcosa di diverso in queste tragedie? Sì, i luoghi, i giorni e gli attentatori. C’è qualcosa di simile, di uguale?

Sì le vittime, ci sono sempre.

Allora quando ricordiamo quella strage, quell’inaspettata esplosione delle 16:37 del 12 dicembre 1969, pensiamo anche a tutti quegli uomini e a quelle donne che sono scomparse come in pizza Fontana; così, improvvisamente.

Monica Bielli – Liceo Scientifico Statale Galileo Ferraris, Varese

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