Memorandum su Hong Kong

Per non dimenticare una storia di repressione tutta del terzo millennio

Vanno avanti ormai da mesi, precisamente dal 15 marzo, le proteste ad Hong Kong, territorio che sebbene faccia parte della Cina, è caratterizzato da una particolare forma di autonomia; è definito infatti una regione amministrativa speciale.

Abitato da circa 7 milioni di persone, il territorio di Hong Kong è composto dall’omonima isola principale, dalla penisola Kowloon, dai cosiddetti “Nuovi territori” e da più di 200 altre isole.

I manifestanti chiedono con grande convinzione e determinazione di ritirare la proposta di legge riguardante l’estradizione, che rappresenterebbe un ulteriore gesto di repressione nei confronti della zona amministrativa speciale alla quale sarebbe sottratta la possibilità di giudicare i reati avvenuti ad Hong Kong direttamente nel territorio in questione, bensì sarebbe necessario secondo tale proposta di legge, giudicare in Cina tutti i reati commessi ad Hong Kong.

È davvero forte ed evidente il tentativo della Cina di reprimere ogni forma di indipendenza di Hong Kong, i cui abitanti di conseguenza tendono a ribellarsi nella speranza che le loro voci vengano ascoltate.

PERCHÉ SI PARLA DI “RIVOLTA DEGLI OMBRELLI”?

Gli ombrelli che danno il nome alle proteste, manifestatesi per la prima volta nel 2014, sono usati dai protestanti come difesa dagli spray al peperoncino e dai lacrimogeni utilizzati dalla polizia, con lo scopo di reprimere duramente ogni tentativo di ribellione.

Federica Sciacca II A