Scoutismo: cosa vuol dire per noi spendersi per la società

Cosa vuol dire essere scout? È come se ti chiedessero: “Cosa vuol dire essere uno studente?” per poi cadere sempre sul banale: “sono uno studente perché studio”, quando invece c’è molto di più: essere studente vuol dire anche coltivare amicizie, nuovi amori, simpatie e antipatie e molto altro.

La stessa cosa avviene con il mondo scout, uso questo termine “mondo” perché io la vedo come una vita parallela a quella di tutti i giorni. Agli scout ci spogliamo di tutte le maschere che indossiamo durante il giorno in modo da apparire così come siamo nella realtà.

Io faccio parte di questa grande famiglia ormai da quasi 7 anni, è una parte fondamentale della mia vita.

Essere scout non vuol dire solo trekking, dormire in tenda, orientarsi con solo il sole e un orologio ma questo è solo il minimo. Sì certo la tecnica è fondamentale ma qui impari a distinguere il necessario dal superfluo, a rispettare non solo la natura, come dice il sesto punto della legge scout, ma anche le idee altrui. L’obiettivo di Baden Powell (fondatore dello scoutismo) è educare ad essere “buoni cittadini”, capaci cioè anche di promuovere cambiamenti per migliorare la società e quindi “adoperarsi per lasciare il mondo migliore di come lo ha trovato”.

Sulla scia di quest’ultima frase il mio gruppo scout, Agesci Catania 3, sta portando avanti un’iniziativa per una raccolta firme giorno 16 febbraio, per richiedere l’installazione di una “casa dell’acqua” nel nostro territorio in piazza Santa Maria Ausiliatrice, quartiere Cibali.
Francesca Grassia I E