Ancora omofobia

Ennesimo episodio di omofobia a Castelfiorentino, in provincia di Firenze , la giovane 22enne Malika è stata cacciata fuori di casa a causa del suo orientamento sessuale.

Risultano strazianti i video e gli audio mandati dalla madre alla ragazza, con frasi cariche di odio e minacce, che inducono la ragazza alla denuncia. Lo scorso gennaio, infatti, Malika aveva scritto una lettera ai suoi genitori, in cui ammetteva di essere lesbica e di essersi fidanzata con una ragazza; certamente non si aspettava una così violenta reazione da parte della sua famiglia, che ha continuato a minacciarla fino a Pasqua.

La madre non le ha nemmeno permesso di portare via i suoi effetti personali, quindi Malika ha deciso di ripresentarsi accompagnata dai carabinieri e davanti a questi ultimi la signora ha affermato di non conoscerla e di non sapere che cosa volesse da lei: queste sono state le parole più dure che la giovane ha dovuto incassare e che ha dichiarato in diversi video con le lacrime agli occhi, afferma anche che è tanta la paura di tornare o di avvicinarsi a casa spaventata da messaggi intimidatori del fratello.

Tuttavia esiste ancora una parte dell’Italia giusta, infatti Malika ha ricevuto moltissimi commenti in cui molte persone le proponevano aiuto e sostegno psicologico ed economico, è dunque, anche grazie a una raccolta fondi, che sta riuscendo a portare avanti la causa.

Di Storie simili se ne potrebbero raccontare centinaia o addirittura migliaglia ogni giorno , ma buona parte di chi soffre di discriminazioni di questo tipo preferisce rimanere nell’oscurità, sentendosi sbagliato e magari provando anche a cambiare per il bene della famiglia; per questo è importante la denuncia.

Lo Stato, in particolare il relatore Alessandro Zan, deputato del Pd, ha proposto la cosidetta “Legge Zan”, approvata già nel Novembre 2020, ma tornata su tutte le prime pagine dei giornali negli ultimi giorni perché non considerata una “priorità”. Il suo titolo è “Misure di prevenzione e contrasto della discriminazione e della violenza per motivi fondati sul sesso, sul genere, sull’orientamento sessuale, sull’identità di genere e sulla disabilità” e prevede la reclusione fino a 18 mesi o una multa fino a 6000 euro per chi commette atti di discriminazione fondati sui motivi sopracitati e il carcere da 6 mesi a 4 anni per chi incita a commettere o commette violenza per gli stessi.

Agata Di Prima III D, Claudia Consolo III D